Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA &
ROBERTO COLONNA)
NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 22
settembre 2018.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la
sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici
selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: BREVI
INFORMAZIONI]
Identificato un circuito unificato per il comportamento sociale. Le nuove tecniche di manipolazione delle reti neuroniche hanno consentito
di associare vari circuiti neuronici a comportamenti sociali complessi. Uno
studio di Modi e Sahin ha riconosciuto un’unità funzionale che collega le aree
storicamente associate ad attività sessuale e genitoriale con i comportamenti
sociali degli adulti. Impiegando metodi optogenetici, chemogenetici ed
elettrofisiologici, i ricercatori hanno identificato cambiamenti funzionali
associati specificamente ed esclusivamente a stimoli sociali. La definizione di
questa unità funzionale potrebbe consentire nuovi approcci terapeutici ai disturbi dello spettro dell’autismo. [Modi M. E. & Sahin M., Neurobiol Learn Mem. AOP – doi:
10.1016/j.nim.2018.08.010, 2018].
Concomitanza di sessosonnia, bruxismo ed altri disturbi psichici legati al
sonno. L’attività sessuale in
sonnambulismo o sessosonnia è stata considerata una parasonnia NREM, quale
sottotipo clinico dei disturbi del risveglio primariamente confusionali o più
raramente associati al cammino ad occhi chiusi. In alcuni studi è stata invece
rilevata l’associazione con la fase REM del sonno. Martynowicz e colleghi hanno
condotto un’accurata ricerca bibliografica dalla quale è risultato che la
sessosonnia appare in concomitanza di uno o più disturbi associati al sonno, e
di recente sono stati descritti due nuovi casi di bruxismo associato a
sessosonnia. Nelle “Notule” dello scorso 2 giugno (v.) sono state segnalate
nuove patologie – la malattia associata ad ADCY5 e il
disturbo da ant-IgLON5 - associate a fenomeni motori notturni abnormi. [Martinowicz H., et al. J Clin Med - AOP doi: 10.3390/jcm7090233, 2018].
Nuova terapia per i tumori cerebrali: glioblastoma e metastasi di cancro
mammario. Ftalimido- e Succinimido-esteri
costituiscono un approccio innovativo per il trattamento del glioblastoma e
delle metastasi cerebrali. Nanocapsule lipidiche e di poli(ɛ-caprolactone)
caricate con i derivati del ferrocenil-tamoxifen hanno dimostrato efficacia
priva di tossicità. [Cfr. Najlaoui F., et
al. J Pharm Pharmacol. AOP – doi: 10.1111/jphp.12998, Aug 23, 2018].
Tossicità e rischi per la salute legati ai tatuaggi: i risultati della
ricerca. La moda ormai diffusissima di
tatuarsi la superficie cutanea fa sicuramente leva su atteggiamenti psicologici
rilevanti ed interessanti da studiare; l’ideologizzazione del permissivismo,
quale valore positivo massificato, ha oscurato le ragioni della prudenza,
considerata prossima alla proibizione preconcetta e, in quanto tale,
demonizzata. L’opinione pubblica nella maggior parte dei paesi europei e del
continente americano considera i tatuaggi del tutto innocui, negligendo i
risultati della ricerca. Già due anni fa su Lancet
(2016) una rassegna di Laux e colleghi richiamava l’attenzione su alcune
importanti questioni: scarsità di dati di tossicità e biocinetica per molti
pigmenti intradermici in uso; fototossicità potenziale; migrazione di sostanze;
e, infine, possibilità che composti contenuti negli inchiostri possano andare
incontro a conversione metabolica in sostanze tossiche. Si sollevava poi il
problema dei prodotti di scissione che si formano durante la rimozione del
tatuaggio assistita da laser (Lancet 387
(10016): 395-402 2016). Kim e colleghi dell’Università del Texas a Houston
avevano descritto, in una paziente, un caso di sarcoidosi (sindrome di Lofgren) che aveva avuto inizio in un tatuaggio. Lo
scorso anno, Lerche e colleghi hanno dimostrato, per l’inchiostro rosso dei
tatuaggi, un ruolo di co-carcinogeno nel cancro cutaneo indotto dai raggi UV (Exp Dermatol. 26 (11): 1091-1096, 2017).
Nella discussione sviluppata dai
nostri soci è stato ricordato uno studio di Schreiver e colleghi, che ha
scoperto la formazione di cianuro di idrogeno altamente tossico per effetto
dell’irradiazione laser del pigmento blu dei tatuaggi ftalocianina (Sci Rep. Aug 5. 2015); studio che sembra
sia stato totalmente ignorato dagli innumerevoli tatuatori che impiegano queste
tecniche.
La ricerca prosegue, ma
l’informazione di massa rimane molto carente, perché nella realtà attuale il
rispetto quasi sacrale per il business,
sostenuto dalla propaganda che diventa spesso l’unica forma di comunicazione
sull’argomento, oscura un interesse sociale che dovrebbe essere primario, ossia
quello della salute.
Identificato un nuovo elemento acustico nel canto di corteggiamento del
moscerino. Come nella maggioranza delle
specie aviarie, nelle quali il corteggiamento consiste in un canto del maschio
volto ad attrarre la femmina, così accade anche fra i moscerini. In Drosophila melanogaster, il moscerino
della frutta e dell’aceto, una ricerca che ha impiegato recenti tecniche
statistiche ha consentito di scoprire una nuova nota nel repertorio del
corteggiamento. [Benjamin de Bivort, Courtship
Behavior: Hearing New Notes in Classic Songs. Current Biology 28 (15): PR826-R828,
Aug 06, 2018].
Il Gibbone come modello degli ominidi protoumani estinti da milioni di anni. In paleoantropologia lo studio delle scimmie antropomorfe è di centrale
importanza, perché consente di inferire come la morfologia scheletrica degli
ominidi rifletta la filogenesi, il comportamento, lo sviluppo e il contesto
ecologico. Tradizionalmente le scimmie antropomorfe (Great Apes), e in particolare lo scimpanzé, soprattutto a motivo
dell’indice di encefalizzazione e dei volumi cranio-cerebrali, sono state
elette a modello attuale degli ominidi estinti. Naturalmente, la scelta è stata
motivata dalla prossimità filogenetica, suffragata da omologie anatomiche e
genetiche. Zichello, del Laboratorio di Genomica Comparativa e Origini Umane
dell’American Museum of Natural History di New York, ha focalizzato la sua
attenzione sui Gibboni, finora trascurati in questo genere di studi. Alla
famiglia delle Hylobatidae appartiene
il genere dei primati detto Hylobates,
ripartito in sei specie, i cui componenti sono comunemente detti Gibboni.
L’attento riesame di Zichello,
usando dati filogenetici, comportamentali ed ecologici, mostra che questi
animali sono in una posizione privilegiata per fornire nuovi quadri
interpretativi in paleoantropologia. Le seguenti caratteristiche fanno dei
gibboni degli affidabili analoghi degli ominidi protoumani: 1) diversità
tassonomica; 2) tempi della diversificazione; 3) ibridizzazione fra specie; 4)
piccole dimensioni corporee; 5) basso dimorfismo sessuale. [Evol Anthropol 27 (4): 142-146, 2018].
Goethe e la ricerca della serenità dell’Arte
del Vivere nei modi di Filippo Neri. La ricerca dell’equilibrio psicofisico, che si esprime nella serenità
dell’animo, è un tema di fondo nella pratica dello studio promosso dalla nostra
società sull’Arte del Vivere, che
trae il suo nome dalla definizione della filosofia da parte di Seneca, seguendo
la tradizione dei maestri di vita dell’antica Grecia. La scorsa settimana (v.
nelle “Notule” del 15-09-18 Goethe e la
ricerca della “giusta distanza” affettiva per l’Arte del Vivere) si è
sviluppata una riflessione sull’esperienza di Johann Wolfgang Goethe che,
durante il Viaggio in Italia, scopre nella
tradizione risalente a San Filippo Neri la saggia amministrazione delle energie
affettive per un perfetto equilibrio psicologico; questa settimana si è
proseguita la riflessione sulla ricerca
di serenità che, secondo i modi introdotti due secoli prima, si offre agli
occhi stupiti e ammirati di Goethe.
La vita cristiana di religiosi
indigenti, usi a digiuni, penitenze e mortificazioni del corpo e dello spirito,
era rappresentata nell’immaginario collettivo come grama, sofferta e triste. E
tale era l’idea che ne aveva il genio di Francoforte sul Meno. Una simile
condizione si sarebbe quasi costantemente associata ad uno stato
fisiopatologico depressivo, con tutte le conseguenze di indebolimento della
volontà, perdita di iniziativa e riduzione di energia psicofisica che questo
stato comporta. La proverbiale energia, operosità ed allegria dei seguaci di
Neri rifletteva invece un tono dell’umore elevato ed un equilibrio
psicofisiologico ottimale.
In Firenze, città natale di Filippo
Neri, vi era una lunga tradizione di umorismo, burle e motti di spirito
associati alla pratica dell’amore del prossimo, consuetudine tenuta viva in
epoca rinascimentale dal Piovano o Pievano Arlotto (Arlotto Mainardi, 1396-1484),
parroco di San Cresci a Macioli, vicino a Pratolino, che percorreva le strade
di Firenze fermandosi a leggere la Sacra Scrittura presso le botteghe degli
artigiani intenti nel loro lavoro, ma anche portando una ventata di buon umore
con storielle divertenti, frizzi, lazzi e giochi di parole (v. Motti e facezie del Piovano Arlotto). L’efficacia
dell’umorismo e dell’esperienza della risata nel coltivare un buon equilibrio
psichico è oggi confermata dalla ricerca neuroscientifica (v. Le basi e l’uso degli effetti benefici di
umorismo e risate, nella sezione “IN CORSO” del sito), ma all’epoca era
privilegio di pochi comprenderne il valore desumendolo dalla pratica empirica.
Goethe, dopo aver ricordato che i
seguaci di Neri quotidianamente, oltre all’assistenza agli ammalati, ai poveri
e ai bisognosi, si dedicavano alla meditazione di un brano della Bibbia, sul
quale a turno si faceva una breve omelia, poi commentata in funzione delle
attività del momento, sofferma l’attenzione sul modo che aveva il santo di
coltivare la serenità, come si legge in questo brano: “Poiché, conforme alle
illuminate vedute di quell’esimia guida, si rifuggiva dalla speculazione e
tutti i precetti sull’attività avevano di mira la vita, e non essendo
concepibile la vita senza serenità, anche sotto questo aspetto Filippo sapeva
venire incontro agli innocenti bisogni dei suoi adepti. All’inizio della
primavera li conduceva a Sant’Onofrio, che per la posizione elevata e spaziosa
costituiva in quelle giornate il più piacevole ritrovo. Qui, dove la giovinezza
della stagione rendeva giovane ogni cosa, dopo una silenziosa preghiera veniva
avanti un bel fanciullo a recitare una predica imparata a memoria; seguivano
altre orazioni, e alla fine un coro di cantori all’uopo invitati si esibiva in
canti soavi e commoventi; cosa, questa, particolarmente notevole, essendo a
quei tempi la musica poco praticata e giudicata un’arte inferiore; e forse era
la prima volta che un canto religioso si diffondeva per il libero cielo” (da Filippo Neri, il santo umorista, 1784).
Ecco quanto Goethe desumeva degli
eredi romani di quell’insegnamento: amare il prossimo, eliminando con il
perdono costante ogni motivo di turbamento, non fare il male, tenersi affettivamente
distanti dal mondo con le sue seduzioni, coltivare il buon umore, cercando la
serenità nella relazione spirituale con Dio e col prossimo, anche con l’aiuto
del canto che, osserviamo noi, contribuisce ulteriormente a contrastare i
processi tipici degli stati ansiosi, depressivi e di sofferenza psichica da stress.
Notule
BM&L-22
settembre 2018
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